Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Orientarsi in un viaggio interiore

I necessari chiarimenti per un approccio consapevole alle discipline bionaturali

Una seduta di yoga con la Uisp - Foto di Antonio Marcellodi Sergio Raimondo

da Area Uisp n. 14

Sotto il termine generico di "discipline bionaturali" sono comprese un insieme di pratiche che non sono qualificate come sanitarie ma che hanno come finalità la conservazione, il ripristino o il miglioramento dello stato di benessere della persona attraverso tecniche naturali. Talvolta questo termine è sostituito da quelli ancora più astratti di "discipline olistiche" o di "discipline olistiche per il benessere". Il corpus di queste discipline rimane però privo di un quadro normativo definito, dopo che nell'ultimo decennio si sono susseguiti i fallimenti sia di più disegni di legge parlamentari che di diverse leggi regionali cassate dalla Corte costituzionale, a causa soprattutto dell'insormontabile opposizione della lobby trasversale della medicina farmacologica dominante. Tra le leggi regionali resiste soltanto quella emanata dalla Regione Toscana nel 2009, che è anche quella più avanzata in materia poiché contiene un elenco disciplinare circostanziato insieme alle caratteristiche curriculari di ogni disciplina.

L'Area Discipline Orientali Uisp può vantare già da parecchi anni l'organizzazione di diverse discipline contemplate nei pur incerti riferimenti legislativi, ma che soprattutto sono molto ben radicate nel tessuto sociale: in ordine di tempo - dal 1998 - yoga, taijiquan, qigong e, più di recente, shiatsu e tuina. È stata anzi la strutturazione del settore yoga a favorire la trasformazione della precedente Lega Arti Marziali in Area Discipline Orientali, un evento non soltanto nominale, come si può ben capire. Il tema del benessere e della realizzazione personale come risultato di scelte consapevoli - oltre che, ovviamente, la presenza di elementari diritti e garanzie sociali - ha infatti costantemente attraversato queste esperienze organizzative sfociando nella coscienza di operare anche al fine di conseguire un riferimento normativo adeguato per le discipline bionaturali.

La vivacità del dibattito ha inoltre permesso di formalizzare in seno all'Ado un Coordinamento nazionale delle Discipline bionaturali appena ricordate. Il Coordinamento si pone come principale obiettivo di offrire garanzie al cittadino che intenda perseguire una via di benessere avvicinandosi alla pratica di una qualsiasi delle discipline bionaturali. Siamo infatti coscienti che questo campo è funestato da imbonitori abili solo nel mischiare il profumo di tradizioni millenarie con la domanda di senso e benessere che sale dalla società civile, allo scopo di lucrare su questa giusta esigenza. Siamo però anche molto fiduciosi sulle competenze acquisite dalla nostra associazione, maturate in esperienze consolidate da una critica costante sempre attenta a coniugare la qualità tecnica con la coerenza sociale. L'Ado può dunque offrire su questo terreno un'offerta davvero esauriente sorretta da una formazione di alto livello degli operatori, scrupolosa tanto dal lato tecnico che da quello etico.

Il Coordinamento cerca di individuare soggetti, strumenti, didattiche che permettano di sprigionare la ricchezza delle discipline bionaturali, rendendole capaci sia di offrire alternativa o sostegno alla mera risposta farmacologica sia di dare supporto a chi cerca il proprio essere per mezzo del rinnovato dialogo tra corpo e mente nel rispetto dei ritmi naturali. È un compito molto delicato perché occorre evitare di entrare in concorrenza con quanto esula dalla finalità associativa della Uisp e che compete invece alla medicina, così come di indulgere a prospettive di stampo esoterico. Le discipline bionaturali possono senz'altro contribuire al miglioramento della qualità della vita in quanto favoriscono l'equilibrio personale nei rapporti con sé stessi, con gli altri e con l'ambiente. È però necessario chiarire il quadro entro cui approcci differenti possano insieme concorrere a un reale percorso di benessere psicofisico, che deve restare lontano da credenze magiche residuali e vicino invece a quei rami della scienza più attenti alla ricomposizione tra uomo e natura, tra ragione e soggetto.

L'esigenza di delimitare il raggio d'azione è tanto più marcata in mancanza di un quadro normativo unitario di riferimento, ma è pur vero che questo non deve significare l'esclusione dal nostro interesse di prospettive più complesse. Tutte le discipline bionaturali organizzate nell'Ado, per esempio, attribuiscono un'importanza decisiva alla meditazione, un'implicazione che le mette in immediato contatto con le nuove acquisizioni delle neuroscienze,  in particolare rispetto alle recenti ricerche sui neuroni-specchio. Inoltre, all'attenzione si sta sempre più imponendo anche il tema del rapporto tra discipline bionaturali e scienze ambientali, sia perché l'operatore di queste discipline veicola con la sua azione un sapere riferito a contesti naturali sia perché entrambi gli approcci si basano su una concezione della realtà intesa come totalità in continuo divenire.

Per quanto riguarda nello specifico il panorama regionale, l'Emilia-Romagna contempla la presenza fondamentalmente di yoga, tai chi e qi gong. Lo yoga in particolare è molto esteso e vede la presenza di parecchie migliaia di associati. Nel coordinamento nazionale abbiamo tre i maestri di riferimento per questa disciplina: Giuseppe Tamanti, Bruno Baleotti e Antonella Grossi. Per quanto riguarda il tai chi, anch'esso abbastanza diffuso sul territorio, va sottolineato che il centro di riferimento è a Ferrara, grazie al lavoro di Roberto Vignali che si concentra in particolare sul tai chi chen, ovvero lo stile originario del tai chi. Per quanto riguarda invece il qi gong ci sono poi attività soprattutto in Romagna, con Florido Venturi come punto di riferimento. Sono inoltre presenti realtà di diffusione dello shiatsu e piccole realtà sperimentali nel campo della naturopatia, che necessitano però ancora di un'organizzazione capillare e che, per il momento, hanno più l'aspetto simbolico di isole di un arcipelago. Proprio da questo punto di vista, si tratta di realtà che necessiterebbero di maggiori eventi nazionali finalizzati al confronto e allo scambio.

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